2004 – Notre Musique
Titolo originale: Notre Musique
Regia: Jean-Luc Godard
Paese: Francia
Anno: 2004
Genere: Storico, Drammatico
Durata: 80 min
Audio: Francese, Serbo-croato, Inglese, Arabo e Spagnolo.
Sceneggiatura: Jean-Luc Godard
Fotografia: Julien Hirsch, Jean-Christophe Beauvallet, Izet Kutlovac, Blaise Bauquis, Fabrice Dequeant.
Musiche: Peter Tchaikowski, Trygve Seim, Arvo Pärt, Anouar Brahem, David Darling, Meredith Monk, Komitas,
Gyorgy Kurtag, Per Oddvar Johansen, Valentin Silvestrov, Oyvind Braekke.
Scenografia: Jean-Luc Godard
Produzione: Avventura Films, Peripherisa, France 3 Cinema, Vega Film, Canal Plus, TSR Regio DFI.
Riconoscimenti: Vincitore del Grand Prix FIPRESCI (Fédération Internationale de la Presse Cinématographique).
CAST
Judith Lerner: Sarah Adler
Olga Brodskj: Nade Dieu
Maillard: Jean-Christophe Bouvet
Ramos Garcia: Rony Kramer
Indiano: Georges Aguilar
Indiana: Leticia Gutierrez
Traduttrice Spagnola: Aline Schulmann
Ambasciatore: Simon Eine
Interpretano loro stessi: Juan Goytisolo, Mahmoud Darwich, Jean-Paul Curnier, Pierre Bergounioux, Gilles Pecqueux, Ferlyn Brass
TRAMA
È la storia di due giovani donne che arrivano a Sarajevo per una conferenza sulle arti Europee: Judith Lerner, una giornalista di Tel Aviv, e Olga Brodsky una ebrea di origini russe ma francofona. La prima intervisterà il poeta Mahmoud Darwish l’altra effettuerà delle riprese della conferenza, alternate con scorci della città di Sarajevo, che diventa il luogo in cui tutti i personaggi si incontrano e si muovono in uno stato di precarietà, accentuato da una sovrabbondanza di lingue e di rumori intra- ed extra-diegetici.
NOTE
Il film è diviso in tre sezioni, o meglio Royaume (regni): Enfer, Purgatoire, Paradise: è il primo riferimento esplicito alla Divina Commedia.
Il primo regno è caratterizzato da una carrellata di immagini appartenenti a generi e anni differenti; vi sono film di guerra, documentari, video d’archivio, immagini di telegiornali con un tema comune: la guerra in senso lato, quel moto distruttivo che connota l’azione dell’uomo da sempre alla ricerca del potere. Le immagini scorrono col sottofondo di musica classica, che costituisce una sorta di connettivo narrante. Il riferimento dantesco è il Canto XXVIII dell’Inferno in cui Dante utilizza un’angosciante accumulatio per denunciare gli orrori della guerra.
Il secondo regno è dedicato a Sarajevo, città colpita dalla guerra che sta cercando di ricostruire ciò che è stato distrutto, un purgatorio in cui tutti i personaggi si muovono e che porterà infine la giovane Olga al suicidio. È con il suicidio, o meglio con una telefonata che sembra rivelare la morte di Olga che si apre infine l’ultima parte: il Paradiso.
L’ultimo regno ricorda da vicino il Paradiso terrestre con la presenza del fiume che continua a scorrere e il cui rumore sovrasta di continuo ogni altro, anche la musica. Il Lete cancella ogni ricordo del proprio peccato: così Olga può andare verso le rive di un vasto lago tra giovani che giocano a palla, e dove un soldato della marina militare americana, posto come guardiano del varco, apporrà un finto timbro sul polso di lei, permettendole l’accesso. E’ un gesto specularmente rovesciato rispetto a quello degli angeli guardiani che cancellano le sette P del peccato dalla fronte di Dante, permettendogli di salire le cornici in cui è diviso il Purgatorio.
La musica classica assurge al ruolo di unificatore universale, una lingua unica che accomuna e unisce sia negli orrori, come nel primo regno, sia nella beatificazione, come nell’ultimo. La musica è plurale, di tutti; i rumori appartengono ai singoli, e spesso non vengono ascoltati in virtù di una spersonalizzazione: «Je est un autre».