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Dante

Chiamenti M. – Effigi di Dante e di Leopardi in Fellini

TITOLO:

Chiamenti M., Effigi di Dante e di Leopardi in Fellini, in “The Italianist”, n. 24, anno 2004, pp. 224-237.

ABSTRACT:
Partendo da presenze della Commedia ne La dolce vita (1960), l’autore ricorda che esse non sono, però, dimostrabili more geometrico e prende in esame quei casi in cui il riferimento a Dante si fa, invece, esplicita citazione. In Amarcord (1973), ad esempio, si menziona fin dall’inizio il «divino poeta», per arrivare poi alla celebre «scena della tabaccaia», in cui il poster di Dante, appeso alle sue spalle, sembra additare il poeta (in un incontro straniante di iconografia tradizionale, futurismo e surrealismo) come la più profonda chiave interpretativa del personaggio di Titta Biondi e di alcuni sensi latenti del film. L’articolo analizza poi, in altre opere felliniane, la presenza di Leopardi.

LINK:
No web.

CODICE:
ISSN 0261-4340

González Etxeberria J. – «I’ll be next door if you need me»: el hotel como refugio y cárcel de masculinidad en Barton Fink

TITOLO:
González Etxeberria J., «I’ll be next door if you need me»: el hotel como refugio y cárcel, in “Investigaciones Feministas”, vol. 3, anno 2012, pp. 43-59.

ABSTRACT:
Si analizzano le relazioni fra l’appartenenza al sesso maschile e lo spazio, instaurate all’interno della fictio. In seguito alla messa in crisi del mito della «mascolinità egemonica», dopo le guerre mondiali, il cinema colma la necessità sociale di un nuovo tipo di eroe (o antieroe). Esemplare, in questo senso, è il film Barton Fink (Cohen, 1991). Il viaggio intrapreso dal protagonista è un itinerarium mentis, compiuto senza mai lasciare l’hotel in cui si trova: una sorta di Inferno, i cui ospiti vengono presentati come cadaveri in decomposizione. E’ come se Fink fosse, così, uno dei pochi eletti che ha potuto vedere il mondo dei morti da vivo. Inizia qui il parallelismo con Dante e il suo viaggio nell’aldilà: in chiave noir e postmoderna, i Cohen creano il loro eroe (o antieroe) che dall’hotel-Inferno verrà traghettato dalla sua guida, Charlie, fino alla spiaggia della salvezza dove incontrerà la sua Beatrice.

LINK:
http://revistas.ucm.es/index.php/INFE/article/view/41135/39347

CODICE:
ISSN 2171-6080

Colonnese-Benni V. – Dante and Maciste: a very improbable couple

TITOLO:
Colonnese-Benni V., Dante and Maciste: A very improbable couple, in “Rivista di studi italiani”, vol. XVII (1999), n. 2, pp. 150-161.

ABSTRACT:
Oggetto del saggio è il legame atipico sviluppatosi tra la Commedia e il personaggio di Maciste in particolare nel film Maciste all’inferno (1925), dove l’eroe, il gigante-buono, discende negli Inferi.
La rievocazione dell’Inferno è il risultato di una unione tra materiale dell’immaginario comune con riferimenti danteschi, e mitologici. Si analizza poi l’origine dannunziana di Maciste dal film Cabiria (1914) e l’evoluzione che ebbe nei film successivi.
La censura fascista decise di compiere una serie di ampi tagli. Nel 1940 si ebbe una rimasterizzazione, con l’aggiunta del sonoro ed infine un remake a colori nel 1962.
Il successo del film è individuato nella presenza di molteplici elementi: gli effetti speciali di Segundo de Chomon, ispirati a Méliès, la resa parodistica, e soprattutto la presenza del divo Bartolomeo Pagano. La Divina Commedia non è definibile come opera aperta o chiusa ma, rifacendosi alle parole di Iannucci, un:«Producerly Text».

LINK:
http://www.rivistadistudiitaliani.it/articolo.php?id=601

CODICE:
ISSN 1916-5412

Amaducci A. – A Tv Dante, The Inferno di Peter Greenaway e Tom Phillips

TITOLO:
Amaducci A., A Tv Dante – The inferno di Peter Greenaway e Tom Phillips: la rappresentazione audiovisiva di un testo classico, in Dialoghi con Dante, riscritture e ricodificazioni della Commedia. Atti del convegno Torino, 17-18 Maggio 2004, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2007, pp. 97-106.

ABSTRACT:
Si analizza l’adattamento televisivo della Commedia nel lavoro di Peter Greenaway e Tom Phillips. In particolare si sofferma su la resa del Canto V dell’Inferno, a cominciare dalla sigla introduttiva, dove vi è un primo riadattamento alla contemporaneità della simbologia dantesca con l’uso d’un montacarichi che discende in velocità i gironi infernali. Altro ammodernamento è la creazione simbolica de «La bufera infernal», con l’uso di repertori televisivi di trombe d’aria uragani e bufere.

Si esamina poi l’utilizzo di funzioni extradiegetiche come i quadri al cui interno prendono voce diversi esperti con l’obiettivo di spiegare ciò che sta avvenendo, in una funzione pedagogico-educativa, oppure come gli espedienti medici (elettrocardiogramma, ecografia cardiaca, pressione arteriosa e temperatura) che segnalano i cambiamenti di stato d’animo di Dante. Di grande efficacia è il resoconto di ogni ripresa, mostrando così l’uso innovativo sia delle tecniche di montaggio che del binomio immagine-parola.

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No web.

CODICE:
ISBN 978-88-8498-359-6

Looney D. – Spencer Williams and Dante: An African-American film maker at the Gates of Hell

TITOLO:
Looney D., Spencer Williams and Dante: An African-American film maker at the Gates of Hell, in Dante, Cinema, and Television, University of Toronto Press, Toronto 2004, pp. 129-144.

ABSTRACT:
Oggetto d’analisi la presenza dell’Inferno dantesco all’interno del film Go down, Death! (1944) di Spencer Williams.
Il saggio si presenta come parte di un lavoro più amplio il cui fine è individuare l’influenza della figura di Dante e, in particolare, della Commedia all’interno della comunità Afro-Americana; a cominciare dal simbolo di libertà, e del valore politico del poeta fino all’utilizzo della rappresentazione del bene e del male per mostrare la realtà della segregazione razziale durante il XX secolo, che Williams stesso utilizza.
Il film di Williams viene analizzato sottolineandone le innovazioni ma soprattutto il legame con L’Inferno (1911) della Milano Films di cui sfrutta una serie di immagini per il viaggio rivelatore di Jim nell’Inferno. Importante, e di grande interesse,  è lo spazio dedicato all’analisi del pubblico a cui il film mira, e in particolare come ne si agevola l’immedesimazione attraverso l’uso di un cast di soli attori di colore se non per Dante e Virgilio.

LINK:
No web.

CODICE:
ISBN: 978-0-8020-8601-3

Rumble P. – Dopo Tanto Veder: Pasolini’s Dante after the disappearance of the fireflies

TITOLO:
Rumble P., Dopo Tanto Veder: Pasolini’s Dante after the disappearance of the fireflies, in Dante, Cinema, and Television, University of Toronto Press, Toronto 2004, pp. 153-165.

ABSTRACT:
Oggetto del lavoro è l’analisi del legame indissolubile tra l’opera dantesca e quella pasoliniana sia per ciò che concerne la produzione poetica e narrativa che per quella cinematografica.
A partire dal suo esordio cinematografico con Accattone (1961) che si apre con un epigrafe dal Canto V del Purgatorio, a Mamma Roma (1962) dove viene recitato il Canto IV dell’Inferno, infine con l’ironico «Dantisti Dentisti» di Uccellacci Uccellini (1966). Un discorso più amplio viene affidato al film Salò o le 120 giornate di Sodoma(1975) definito una «Dantesque Allegory» al cui interno l’Inferno discendente e strutturato attraverso un rapporto peccato-pena viene abbandonato per trasformarsi in un vortice strutturato senza però relazioni causa-effetto che portano lo spettatore a un rapporto di straniamento e allontanamento dalla messa in scena, costringendo alla «morte del desiderio». La fabbrica dei desideri che è il cinema trova così per la prima volta un annichilimento di se stessa all’interno del film pasoliniano.

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No web.

CODICE:
ISBN: 978-0-8020-8601-3

dantequartet1987

1987 – The Dante Quartet

Titolo originale: The Dante Quartet

Regia: Stan Brakhage

Paese: USA

Genere: video art

Anno: 1987

Durata: 8 minuti

Audio: muto

Pittura su pellicola: Stan Brakhage

Elaborazione Fotografica: Dan Yanosky

Produzione: London Filmakers Company, USA-GB

 

TRAMA

Una rappresentazione visiva, in quattro parti, de La Divina Commedia. L’Inferno è una serie di pennellate multicolori su uno sfondo bianco, e varia man mano che cambia la velocità dell’immagine. Hell Spit Flexion, o saltar fuori dall’Inferno, è su una parte della pellicola più piccola, e prende come riferimento il centro dell’immagine. Montaggi di colore si muovono velocemente con una stella e il bordo di una luna illuminata. Con Purgation si ritorna a full frame, dove schizzi di colore rallentano per poi cristallizzarsi; a tratti si distingue si distingue, per un momento, un volto o una finestra. In Esistenza è il canto i colori ruotano vorticosamente dentro e fuori dalla vista.

NOTE

I riferimenti consistono nelle suggestioni provocate dalla lettura della Commedia, che si traducono in un racconto fatto di colore in movimento.

«Then comes a moment when suddenly I can’t handle the language anymore, like I can’t read one more translation of The Divine Comedy, and suddenly I realize it’s in my eyes all the time, that I have a vision of Hell, I have even more necessary kind of a way of getting out of Hell, kind of a springboard in my thinking, closing my eyes and thinking what I’m seeing […] and also purgation, that I can go through the stages of purging the self, of trying to become pure, free of these ghastly visions, and then there is something that’s as close to Heaven as I would hope to aspire to, which I call “existence is song.” And that all of that was in my eyes all the time, backfiring all these years […] It’s lovely that I can have the language, but I also have a visual corollary of it, but that is a story.» (Stan Brakhage in S. Brakhage: An Anthology, I. Intervista del 2002 di Bruce Kawin).

I riferimenti consistono in un rimando costante alla cantica e ai suoi personaggi, non in relazione alla narrazione, ma alle suggestioni che essi producono sull’immaginazione dell’autore del film e sula traduzione in immagine/colore.

L’opera è frutto di «37 anni di studio del testo dantesco […] dà forma di immagini ai pensieri di un uomo sull’Inferno, il Purgatorio ( o momento di transizione) e il Paradiso (ovvero l’esistenza come musica, che è come meglio riesco ad immaginarmi il Paradiso, basandomi sulla mia esperienza). Sono visioni ispirate a stati emotivi.» (S. Brakhage)

 

LINK

http://www.ovguide.com/the-dante-quartet-9202a8c04000641f800000001cd6ea68
youtube http://www.youtube.com/watch?v=61SzOGVdOnk

atvdante1989

1989 – A Tv Dante: The Inferno Cantos I-VIII (TV)

Titolo originale: A Tv Dante: The Inferno Cantos I-VIII

Regia: Peter Greenway, Tom Phillips

Paese: Gran Bretagna

Anno: 1989

Genere: Drammatico

Durata: 88 minuti

Episodi: 8

Audio: Inglese

Sceneggiatura: Peter Greenaway, Tom Phillips

Fotografia: Mike Coles, Simon Fone, Adam Rodgers, Edwin Verstegen

Montaggio: John Wilson

Scenografia: Jan Roelfs, Ben Van Os

Produzione: Artifax, CAL Videographics Ltd., Channel Four Films, Dante B.V., Elsevier-Vendex Film Beheer, K.G.P., RM Associates, VPRO Television

 

CAST

Dante: Bob Peck

Virgilio: John Gielgud

Cerbero: Laurie Booth

Nicholas Campion

Lucia: Suzanne Crowley

Michael Day

Caronte: Robert Eddison

Andrew Edney

Kenelm Foster

Patricia Morison

Olaf Poderson

Ian Armstrong

David Attenborough

Jim Bolton

 

TRAMA

Peter Greenaway ha collaborato con l’artista Tom Phillips per girare la trasposizione i primi otto canti dell’Inferno di Dante in una performance video, completa di note sullo schermo da parte di Phillips, David Attenborough e altri.

Bob Peck e John Gielgud ancorano il pezzo alle sue origini testuali, recitando i versi di Dante alla telecamera. Nel frattempo scoppia l’Inferno tutto intorno a loro, perché Greenaway e Phillips utilizzano tutti i mezzi a disposizione (e ne avevano un sacco nel 1989): i fotogrammi proliferano all’interno del frame, contenenti filmati di repertorio (con qualunque cosa, dai leopardi a Mussolini) che si illuminano o risuonano con l’accompagnamento del testo recitato.

 

NOTE

«Even the visual elements that accompany their words do not portray the characters’ activities. Instead, the director unfolds to the viewer a variety of evocative images, including visions of hell, the faces of his protagonists speaking their lines, superimposed designs, intertitles, and inset screens. The last of these are often windows which each contain the head of some academic or critic who is thus able to make comments on particular aspects of Dante’s poem, his religion, or the world in which he lived. With his presentation of this complex universe of elegant words and gorgeous but horrific images, the director has fashioned a potent masterpiece that is not only remarkably beautiful but also profoundly disturbing». (Aisha Woodward, Peter Greenaway & Tom Phillips, “A TV Dante” (1989), in Dante Today, 2009)

Complementare al lavoro di Greenaway e Phillips è quello di Raul Ruiz del 1991 A Tv Dante: The Inferno Cantos IX-XIV.