1973 – Amarcord
<< Torna all'elencoTitolo originale: Amarcord
Regia: Federico Fellini
Paese: Italia- Francia
Anno: 1973
Genere: Commedia drammatica
Durata: 123 min
Lingua: Italiano
Soggetto: Federico Fellini; Tonino Guerra
Sceneggiatura: Federico Fellini, Tonino Guerra
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musiche: Nino Rota
Produttore: Franco Cristaldi
Produttore esecutivo: Franco Cristaldi
Casa di produzione: F.C. Produzioni, P.E.C.F.
Distribuzione in italiano: P.I.C
CAST
Pupella Maggio: Miranda Biondi
Armando Brancia: Aurelio Biondi
Magali Noël: Ninola detta “Gradisca”
Ciccio Ingrassia: Teo
Nando Orfei: Lallo
Luigi Rossi: Avvocato
Bruno Zanin: Titta Biondi
Gianfilippo Carcano: Don Balosa
Josiane Tanzilli: Volpina
Maria Antonietta Beluzzi: tabaccaia
Giuseppe Ianigro: nonno
Marcello Di Falco: principe
Alvaro Vitali: Naso
Ferruccio Brembilla: capo fascista
TRAMA
La vicenda narra la vita che si svolge nel borgo di Rimini da una primavera all’altra, nei primi anni Trenta. Un anno esatto di storia, dove si assiste ai miti, ai valori e al quotidiano di quel tempo attraverso gli abitanti della provinciale cittadina: la provocante parrucchiera Gradisca, la ninfomane Volpina, una tabaccaia formosa, un ampolloso avvocato dalla facile retorica, un emiro dalle trenta concubine, il matto Giudizio e un motociclista esibizionista. Tutti loro interagiscono col folklore delle feste paesane, le adunate del sabato fascista, attendono al chiaro di luna il passaggio del transatlantico Rex e la famosa gara automobilistica delle Mille Miglia. Ma i veri protagonisti sono i sogni ad occhi aperti dei giovani del paese, presi da una prepotente esplosione sessuale: tra questi adolescenti emerge Titta, che cresce subendo condizionamenti sia fuori che dentro le mura domestiche. La sua vita si divide tra l’inarrivabile Gradisca, i grossi seni della tabaccaia e i balli d’estate al Grand Hotel spiati da dietro le siepi.
NOTE
La presenza dantesca è costituita da una citazione natura iconica: un grande poster di Dante fa capolino dietro le spalle della tabaccaia, e serve a dare un senso più preciso al personaggio di Titta Biondi. Fellini fu esposto a molte richieste affinché realizzasse un film sull’Inferno di Dante, con il suo stile narrativo visionario e surreale: il film non fu mai realizzato, anche se il poeta è richiamato anche in altre pellicole, come la Dolce vita.
Per il rapporto di Fellini con Dante cfr.: Fellini & Dante. L’aldilà della visione. Atti del Convegno Internazionale di Studi. Ravenna, 29-30 maggio 2015, Sagep 2016.
E.V.